I nostri risultati

SALDO ZERO

APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DEL SALDO ZERO NELL’AZIONE PROMOSSA DAL CORRENTISTA

Con la Sentenza n. 1043 del 04.06.2019 il Tribunale di Padova ha condannato la Banca convenuta alla rideterminazione del corretto saldo del conto corrente intestato alla Società attrice in ragione dell’applicazione del principio del saldo 0 del primo estratto conto utile, attesa la domanda riconvenzionale di compensazione svolta dall’Istituto.

Con la sentenza in esame il Tribunale di Padova si è coraggiosamente e correttamente distanziato dal principio espresso dalla Cassazione con la pronuncia n. 11543 del 02.05.2019, secondo il quale “occorre distinguere il caso in cui il correntista sia convenuto da quello in cui sia attore in giudizio: a) nella prima ipotesi l’accertamento del dare e avere può attuarsi con l’impiego di ulteriori mezzi di prova idonei a fornire indicazioni certe e complete che diano giustificazione del saldo maturato all’inizio del periodo per cui sono stati prodotti gli estratti conto; possono inoltre valorizzarsi quegli elementi, quali ad esempio le ammissioni del correntista stesso, atti quantomeno ad escludere che, con riferimento al periodo non documentato da estratti conto, questi abbia maturato un credito di imprecisato ammontare (tale da rendere impossibile la ricostruzione del rapporto di dare e avere tra le parti per il periodo successivo), così che i conteggi vengano rielaborati considerando pari a zero il saldo iniziale del primo degli estratti conto prodotti; in mancanza di tali dati la domanda deve essere respinta; b) nel caso di domanda proposta dal correntista l’accertamento del dare e avere può del pari attuarsi con l’utilizzo di prove che forniscano indicazioni certe e complete atte a dar ragione del saldo maturato all’inizio del periodo per cui sono stati prodotti gli estratti conto; ci si può inoltre avvalere di quegli elementi che consentano di affermare che il debito nell’intervallo non documentato sia inesistente o inferiore al saldo passivo iniziale del primo degli estratti conto prodotti o che permettano addirittura di affermare che in quell’arco di tempo sia maturato un credito per il cliente stesso; diversamente si devono elaborare i conteggi partendo da tale saldo debitore”.

Nel caso sottoposto all’attenzione del Giudicante Patavino, a fronte della domanda della Società attrice – assistita dallo Studio Legale Breda – di ricalcolo delle posizioni dare/avere e condanna alla rettifica del corretto saldo del conto corrente, la Banca convenuta formulava domanda riconvenzionale di compensazione tra le somme eventualmente dovute dall’Istituto alla Società attrice e i crediti vantati dallo stesso Istituto nei confronti dell’attrice e, conseguentemente, condannarsi la Società al pagamento della differenza.

Alla luce, dunque, della domanda riconvenzionale formulata dalla Banca veniva ordinata alla stessa, ai sensi dell’art. 210 c.p.c., la produzione in giudizio degli estratti conto dall’apertura del rapporto e non già presenti in atti.

Ordine di esibizione che veniva disatteso dall’Istituto.

Stante quindi la peculiarità del caso di specie il Tribunale ha voluto dar seguito all’orientamento espresso dalla Suprema Corte, con l’Ordinanza n. 28819 del 30.11.2017, con la quale, viene dichiarato fondato l’iter logico volto – una volta acclarata l’illegittima pattuizione e/o applicazione di interessi ultralegali, anatocismo, commissioni e spese – a ricostruire il dare avere azzerando il saldo debitore del primo estratto conto nel caso di mancanza di tutti gli estratti conto del rapporto anche in caso di azione promossa dal correntista.

Gli ermellini, infatti, con la pronuncia in esame hanno evidenziato che l’applicazione del saldo zero non è consequenziale alla supposizione dell’illegittimità delle clausole applicate, ma necessitata dall’impossibilità di ricostruire l’andamento del conto senza effettuare “una sorta di sanatoria degli addebiti illegittimi verosimilmente operati dall’Istituto di credito in tale periodo”.

Sulla scorta di tali principi il Tribunale di Padova, con la sentenza n. 1043 del 04.06.2019, ha quindi concluso che “la mancata possibilità di indagare per l’intero periodo del rapporto è la conseguenza del mancato adempimento della convenuta all’ordine di esibizione rivoltole ex art. 210 c.p.c., al punto che si è dovuti partire dal saldo 0 del primo estratto conto utile in ragione della domanda riconvenzionale di compensazione svolta dalla Banca convenuta”.

Conformemente possono richiamarsi numerose pronunce della Suprema Corte secondo cui, con riferimento ai rapporti bancari in conto corrente, una volta che si escluda la validità, per mancanza dei requisiti previsti ex lege, della pattuizione di interessi ultralegali a carico del correntista, la banca, al fine di dimostrare il proprio credito, ha l’onere di produrre gli estratti a partire dall’apertura del conto e non può sottrarsi all’assolvimento di tale onere invocando l’insussistenza dell’obbligo di conservare le scritture contabili oltre dieci anni, perché non si può confondere l’onere di conservazione della documentazione contabile con quello di prova del proprio credito (così Cass. 25.11.2010 n. 23974; conf. Cass. 26.1.2011 n. 1842 e 19.9.2013 n. 21466).

Articolo redatto a cura dell’Avv. Renato Villani.